Rientrano i Misteri, cala il sipario sui Riti - Taranto Sera (Blog)

PROCESSIONE MITROCCOLANTEE’ il momento più intenso. E quest’anno in piazza Giovanni XXIII per il rientro dei Misteri erano davvero in tanti. Giovani e giovanissimi tra la folla.

Tra loro molti hanno alle spalle una nottata al seguito della processione uscita ieri pomeriggio alle cinque dalla chiesa del Carmine. Dopo più di quattordici ore il troccolante è di nuovo lì. Questa volta per segnare il tragitto inverso, che lo porterà davanti al portone della chiesa scalfito dai segni delle edizioni passate dei Riti.

‘Scortato’ fin dalle prime ore del mattino dai due bambini che ricalcano il suo passo con sorprendente trasporto (data la loro giovanissima età) bussa per tre volte al portone della chiesa. L’orologio segna le 7.28. E’ il momento più atteso, il più immortalato. Ma anche quello nel quale si sciolgono in pianto le ansie e le emozioni di una notte intera trascorsa a nazzicare al suono delle marce funebri. Alle 7.29 si apre il portone. E’ l’inizio dell’ultimo atto dei Riti. Di seguito, entrano le statue.

Sono passati da quattro minuti le nove quando il portone del Carmine si chiude alle spalle dell’Addolorata, l’ultima statua a rientrare in chiesa. Cala il sipario sui Riti. Un’edizione connotata dalla grande partecipazione. Ai lati del portone, ad attendere il momento cruciale della bussata, ci sono i due priori, Antonio Liuzzi per la confraternita dell’Addolorata, Antonello Papalia per il Carmine. La gente è davvero tanta. A prendere la parola, quando il troccolante è ormai prossimo al ‘traguardo’ è don Marco Gerardo.

Le sue sono parole di ringraziamento per i confratelli. Prima di concludere con la preghiera, il suo grazie è andato “a quanti hanno reso possibile questa processione nella quale tutti assieme ci ritroviamo come parte viva di questa città che amiamo”. “E in maniera particolare - ha detto il sacerdote - vorrei che assieme esprimessimo la nostra gratitudine ai confratelli. E’ grazie a loro che ciò ogni anno può essere per noi rinnovato. E’ grazie alla loro volontà, ai loro sacrifici, al loro amore per queste tradizioni della pietà popolare. Per questo meritano la nostra gratitudine”.

Ha invitato chi stava davanti alle transenne a sedersi per terra - dando lui stesso l’esempio. Va bene l’applauso, ma bando a fischi e urla. Quindi la preghiera che doveva essere letta ieri sera all’uscita della statua dell’Addolorata - come per ognuno degli altri otto simboli della processione. Il momento è coinciso con il discorso del vescovo Santoro, quindi la scelta di recitarla alla folla accorsa in piazza per il rientro. Don Marco l’ha voluta dedicare alle mamme: “Grazie per il dono delle Mamme”, ha detto rivolto alla Madonna. “Permettici di ringraziarti per il dono delle nostre mamme: donne coraggiose e generose, donne sagge e prudenti, donne innamorate e dolcissime. Grazie per le mamme che ci hanno mostrato coi fatti quotidiani cosa voglia dire amare, che ci hanno fatto comprendere cosa significhi essere amati da qualcuno al di sopra della propria vita. Grazie per le mamme che ci hanno perdonato e sempre riaccolto; grazie per le mamme che ci hanno fatto nascere nonostante malformazioni; per le mamme che accudiscono i figli malati; per le mamme che fremono e piangono per i figli scapestrati che hanno preso brutte vie; grazie per le mamme che temono per i figli disoccupati. Grazie, Madre santa, perché senza il cuore delle mamme questo mondo sarebbe grigio e buio. Benedici e consola tutte le mamme, Mamma di Dio e Mamma nostra dolcissima”.


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